Epifite: Piante aeree, ornamentali, bioindicatori e depuratori naturali…Ma nulla di che!

Amici lettori, avete mai sentito parlare di “epifite”?
Mi auguro di no, o mi privereste di tutto il divertimento!

Le epifite sono piante che vivono su altre piante, note in virtù di questo anche come “piante aeree”: prevalentemente diffuse nelle foreste tropicali, le più conosciute sono le orchidee, le tillandsie ed alcune felci. Non l’avreste mai detto, vero?

Per amor di natura, in primis, e trasparenza, secundis, mi preme specificare un aspetto: le epifite sono cosa ben diversa dalle piante parassite! Queste ultime sottraggono ad altre piante sostanze nutritive per sostentare, mentre le epifite le utilizzano solo come appoggio. Chiarito ciò, posso narrarvi le origini delle piante aeree.

Pare che siano nate conseguentemente alla capacità di alcune piante di disperdere con il vento i loro semi, piccoli e leggeri, anche per ampie distanze. Accadeva così, nelle foreste pluviali, che molte piantine germogliassero al suolo e morissero in breve tempo a causa della scarsa luminosità, derivante dalla massiccia presenza di alberi; altre, invece, crescevano rigogliose sui tronchi, beneficiando di un’immediata luminosità. Ma c’era un ma: la posizione sopraelevata impediva loro di raggiungere il terreno con le radici e, di riflesso, assorbire l’umidità così garantendo la propria sopravvivenza.

Tuttavia – ve ne accorgerete – la natura è ingegnosa e sovverte condizioni ostili a proprio vantaggio: così le piante si sono evolute e, non potendo estrarre i nutrienti necessari a sopravvivere dal terreno, hanno imparato a ricavarli dall’aria. Come?

Sviluppando sulle superficie delle foglie sottili escrescenze in grado di assorbire acqua e sali minerali: quelli che in gergo botanico sono noti come “tricomi”. Anche le radici aeree che, a volte, utilizzano per ancorarsi meglio possono svolgere questa funzione.

Ebbene, pensate sia tutto qui quel che c’è da sapere sulle piante epifite?
Lieto di comunicarvelo, NO. C’è altro: quell’altro è la capacità di questi esemplari di fungere da “bioindicatori”. “Bio” che?, vi domanderete.

Le piante epifite sono particolarmente sensibili all’inquinamento, quindi si prestano ad essere utilizzate per verificare eventuali cambiamenti ambientali in termini di ‘contaminazione dell’aria’… Del resto, abbiamo visto essere da questa che dipendono!

E a proposito di aria, non dimenticate che possono perfino migliorarne la qualità!
Infatti con i tricomi provvedono, oltre al proprio nutrimento, all’assorbimento di molti agenti inquinanti, specie gli idrocarburi generati dall’uso di combustibili fossili. Dunque va da sé che risultano adatte anche come piante da appartamento… più tecnicamente “ornamentali”!

Badate però: le vostre mura domestiche ahimè non vantano un clima tropicale, pertanto occorre concimare queste deliziose piantine tutto l’anno e con prodotti specifici… In altre parole, pollice verde needed!

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